Non leggere i fratelli Grimm

Non leggere i fratelli Grimm

Iván Maureira Ortiz

L’avvertimento è esplicito fin dal titolo. Non leggere. Non aprire questo scrigno, questo vaso, questa porta se non vuoi spaventarti.
Come resistere a una tentazione simile?
Come non andare, subito, a vedere com’è quella Valparaìso nella quale l’autore sceglie di far muovere i propri personaggi?
E poi andare a ripescare le fiabe terribili dei fratelli Grimm che nulla, ma proprio nulla hanno di quella glassa zuccherosa con cui Walt Disney le ha ricoperte per la serenità dei nostri sonni bambini?


In questo romanzo breve il linguaggio scelto da Iván Maureira Ortíz è semplice, veloce. Non utilizza neanche l’ombra di una metafora, le frasi sono talmente chiare e lineari che non lasciano nemmeno un dubbio.
La storia di Gabriel Cambiasso, il protagonista, non è non è affatto una bella storia anche se nasce da un atto d’amore. Sì perché Gabriel, che con la sua nascita provoca la morte della madre Diana, viene presto affidato alle cure della giovane governante Anastasia, che instaurerà con lui un rapporto coltivato nell’oscurità dei sentimenti.
Non leggere i fratelli Grimm è una sorta di fiaba nera che si prende la libertà e il coraggio di giocare con realtà tragiche che – purtroppo – esistono per davvero.


L’ imprenditore cinematografico di origine italiana Pietro Cambiasso incarica il giovane figlio Giorgio di provvedere affinché Diana, in arrivo dagli Stati Uniti, consegni quanto prima la preziosa pellicola di Biancaneve e i sette nani. Sarà la prima assoluta in Cile, una novità che farà sicuramente innamorare il pubblico.
Ad innamorarsi, invece, è Giorgio che rimarrà fedele a Diana per trent’anni, nonostante la ragazza dopo una notte d’amore scelga di far ritorno negli States.
Con l’occasione di un secondo viaggio, i due, oramai oltrepassati i cinquant’anni si rivedono e si riamano dando alla luce un figlio di nome Gabriel.
Eccola qua la fiaba. Potrebbe finire con un “e vissero tutti felici e contenti”, invece non solo il piccolo Gabriel si ritrova orfano di madre, non solo viene cresciuto da una strana bambinaia, non solo il padre, seppur buono, gli preferisce quei disegni ripetuti a ciclo infinito su una striscia di celluloide. No. La fiaba da questo punto in poi si tinge di nero. Sbava i contorni, sporca le azioni innocenti che i bambini compiono con la naturalezza che gli è propria.


Nessuno è colpevole, nemmeno i cattivi se li guardiamo da un vertice osservativo altro. Iván Maureira Ortíz sembra volerci dire questo. Allora forse quello scrigno, quel vaso e quella porta non solo bisogna aprirli, ma bisogna tenerli e mantenerli aperti, affinché ci entri la luce, con l’augurio che la perdita dell’innocenza sia un rito di passaggio verso la costruzione di una persona capace di amare e sentirsi amata.

” a forza di percorrere il bosco
che gli era cresciuto attorno
era diventato una creatura in agguato”

Questo libro custodisce: solitudine> passioni immaginarie> credenze popolari> sensi di colpa> desiderio di sentirsi amati> amcizia> vendetta


Non leggere i fratelli Grimm, di Iván Maureira Ortíz
Traduzione di Claudia Morazzi
Edicola Ediciones, 2021
Pagine 120