Fu presso le Fondamenta delle Zattere allo Spirito Santo (nel sestiere di Dorsoduro) che nel 1517 San Gaetano da Thiene fondò l’Ospedale degli Incurabili. In quella che è oggi sede dell’Accademia di Belle Arti si dava accoglienza a uomini e donne affetti da quello che veniva allora chiamato “il mal francese”, la sifilide.Iosif Brodskij scrive questo saggio nel 1989, su commissione del Consorzio Venezia Nuova per un’edizione fuori commercio che venne data alle stampe solo nel 1991, per i tipi di Adelphi.
Fondamenta degli incurabili è un lungo canto d’amore per Venezia.
Un canto a volte triste, a volte sussurrato a fior di labbra. A volte ripetuto solo mentalmente, nella testa.
Brodskij torna a Venezia ogni anno, in inverno. Fuori stagione dice lui. Ché d’inverno è tutto più sodo, più limpido, definito e cristallino.Chiunque abbia avuto il privilegio di vedere Venezia fuori stagione sa quanto abbia ragione. E capisce bene il suo stordimento di fronte a tanta bellezza. Ad ogni suo arrivo nebbia e freddo sono una conferma. Una necessità perché lo scenario surreale, fatto di acqua, riflessi, luci, specchi e dorature, di pizzi di marmo, lesene e leoni possa diventare uno spazio onirico e reale al tempo stesso.I pavimenti freddi, i muri umidi. Venezia. L’odore di alghe cristallizzate. I camini dalle forme strane che non mangiano più carbone da molti anni ma che ancora riscaldano qualche casa buia, dove la luce che fa scintillare gli ori di San Marco non arriva. Venezia.
inanimati per natura, gli specchi delle camere d’albergo sono poi resi ancora più opachi dall’aver visto tanta gente. Quella che ti restituiscono non è la tua identità, ma la tua anonimità, specialmente in un luogo come questo. Perché qui tu sei l’ultima cosa che ti interessa vedere
Josif Brodskij
Fondamenta degli incurabili
Piccola Biblioteca Adelphi1991