Il 14 dicembre di 96 anni fa nasceva a Grosseto il bibliotecario più figo della letteratura italiana.Luciano Bianciardi, quello che dopo gli studi classici, dopo i corsi di violoncello, dopo la laurea in filosofia, nel 1944 si aggregherà a un reparto di soldati inglesi per fare l’interprete.Quello che nel giugno del 1954 lascerà la biblioteca ed emigrerà a Milano per lavorare come redattore della neonata Feltrinelli.Bianciardi ci regalerà libri strepitosi, come Il lavoro culturale dl 1957 e La vita agra del 1962, i due libri che lo porteranno alla notorietà. E poi ancora Viaggio in Barberia, Breve storia dei Mille, l’antologia per la scuola media Pagine e idee e molti altri.
Eppure lui rimarrà sempre un autore controverso. Perché definire il suo stile è difficile se non impossibile.Perché fu un anticipatore (perfino rispetto a Pasolini, per per dire).Perché fu un personaggio scomodo.Perché come tutte le teste pensanti era fuori dagli schemi: scriveva e traduceva (sue le traduzioni di grandi come Henry Miller, Saul Bellow, Jack London, William Faulkner, John Steinbeck, Richard Brautigan.)Scriveva e collaborava con L’Unità, Il Giorno, Le Ore, ABC, L’Europeo, Playmen, Guerin Sportivo con articoli di costume.Scriveva e “costringeva” il lettore a pensare, sempre.
La vita agra, qui fotografata in una vecchia edizione degli anni 80, è un libro attualissimo e superconsigliato a chi ancora non lo avesse letto.La storia parte da un fatto di cronaca realmente accaduto: l’esplosione della miniera di Ribolla nel grossetano. Esplosione evitabile se solo la dirigenza avesse rispettato i tempi necessari per lavorare in sicurezza, invece che farsi divorare dall’avidità.Da qui il protagonista-narratore-eroe parte alla volta di una Milano in pieno boom economico per vendicare la morte di 43 operai con un gesto secondo lui necessario. “Occhio per occhio dente per dente”. Obiettivo: mettere una bomba nel torracchione di vetro e cemento, sede della dirigenza. Una volta approdato nella metropoli le cose per Luciano andranno diversamente, la nebbia di Milano si avvilupperà sui suoi giorni, sulle idee, sulle energie e le passioni.Milano lo ammalierà e poi lo fagociterà piano piano, restituendogli appunto, una vita agra.
Per chi (ancora) non lo avesse letto: non spaventatevi se nelle prime pagine verrete catapultati in un mondo parallelo. Bianciardi gioca con la lingua e in alcuni casi si inventa i termini. Una volta capito, poi, è solo goduria.
Buon compleanno Luciano. Grazie di tutto.
La vita agra vendette 10 milioni di copie “Occorre che la gente impari a non collaborare, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha”.
Luciano Bianciardi
La vita agra
Bur Bibioteca Universale Rizzoli, 1980