Prendi le distanze. Staccati. Guarda le cose da un altro punto di vista.
Oppure rimani con i piedi per terra, radicato al terreno.
Chiudi gli occhi: guarda.
Proprio lì, ai margini della città, c’è un enorme cartello pubblicitario che ritrae una donna a bordo di un’auto. Su una delle portiere si legge la frase “CONDIVIDI LA FELICITÀ”.
Lassù, nella lettera O di quell’invito, si intravede la sagoma di un uomo.
Sopra di lui, solo gli uccelli e il silenzio del cielo stellato. In basso gli abitanti delle palazzine, formiche impazzite indaffarate in quella lotta quotidiana che è la vita.
Ramón ha un lavoro in fabbrica, una moglie e una casa.
Eppure un giorno decide di trasferirsi a vivere sull’impalcatura di un cartello pubblicitario.
Gli bastano poche ore per arredare quello spazio sospeso che eleggerà a sua nuova dimora e trasformare in cosa reale la distanza che sente nel cuore.
"Staccarsi dalla terra aveva i suoi inconvenienti, perché dovevi rinunciare a ogni peso superfluo".
Il rumore del mondo
Ramón fugge dal “rumore del mondo”. Lassù, nella casa sul cartello, è proprio come vuole essere: solo.
Tutti gli altri personaggi, immersi nel frastuono della vita, lo guardano con sospetto, rabbia, inquietudine. Cosa combina Ramón, è forse impazzito?
In questo romanzo lo spazio e il tempo sembrano funzionare con regole e velocità differenti fra chi sta in alto come Ramón e chi resta al suolo come sua moglie Paulina, suo nipote Miguel e gli abitanti del quartiere.
Il cartello pubblicitario, manifesto di una felicità da guardare, diventa in questo racconto un riparo per celarsi al mondo e ritrovare la propria libertà.
Quanto più Ramón lascia viaggiare lo sguardo nella vastità del panorama, tanto più gli abitanti delle palazzine si affannano per mettere a fuoco il loro mondo, il confine da difendere, il margine nel quale le persone perbene possono o non possono vivere.
Gli opposti si specchiano, si osservano, si studiano: mentre Ramón si astrae sempre più dalla realtà, il piccolo Miguel inizia a decodificarne le regole.
Nel quartiere i poveri senza casa accampati in riva al canale diventano un nemico da allontanare, così come l’odore di fumo che impregna i vestiti rappresenta il ricordo di una povertà da cancellare.
In una scenografia urbana in cui le persone riconoscono la propria identità tramite l’aggregazione, basta un evento fuori dall’ordinario per provocare vertigine e convogliare in un’unica direzione la rabbia inespressa.
María José Ferrada ha scritto un romanzo profondo e luminoso come le stelle contemplate da Ramón.
La casa sul cartello esplora le distanze fisiche, sociali, ideologiche con eleganza e poesia, invitando ognuno di noi a sollevare lo sguardo, proprio come Miguel.
Copertina d'artista
La splendida copertina di questo libro è un’opera d’arte firmata da Hernán Chavar, la traduzione è di Marta Rota Núñez, il cielo stellati di Nicolás Sagredo.
"Lo stesso Ramon, che fino a un paio di settimane prima era soltanto il marito di mia zia, da quando era salito nella casa sul cartello si era trasformato in una figura a metà tra un amico, un uccello e un maestro. Un incrocio che non avevo mai visto prima e che non avrei rivisto mai più".
Link mentali e letterari
Viaggiare in modo trasversale fra le pagine, nelle letture e nelle visioni.
Il cartello pubblicitario > Il più famoso della letteratura, quello del dottor T.J. Eckleburg nel grande Gatsby: anche quello ai margini di una periferia, anche quello silenzioso testimone della storia.
La fuga in altezza > Ramón come Cosimo Piovasco di Rondò, il barone rampante raccontato da Calvino che decide di salire su un albero e non scendere più.
Il condominio è un organismo > gli appartamenti nelle palazzine come pezzi di un puzzle, un insieme altro, come quello immaginato Georges Perec nel romanzo La vita istruzioni per l’uso.
María José Ferrada
La casa sul cartello
Traduzione di Marta Rota Núñez
Edicola ediciones, 2022