Una questione privata

Beppe Fenoglio
L’altra sera avevo bisogno di leggere parole che mi allargassero il cuore e sono salita sulle colline di Alba con Beppe.
Mi ha presa per mano, Beppe, e mi ha fatto ubriacare di nebbia, di fango, di freddo.
Nonostante questa estate torrida mi ha fatto sentire il freddo nelle ossa.
Pagina dopo pagina ero con Milton, su quelle colline. Immersa in una nebbia che sembra latte. È riuscito a farmi bruciare i polmoni, eppure non fumo più da anni. Ho sentito la fatica, i muscoli dolenti, la fame, ho visto gli occhi spalancati sul nulla della guerra e sul tutto di “una questione privata” per l’appunto.
Che bello rileggere i libri che siamo stati costretti a studiare con poco entusiasmo.
Che bello perdersi in parole italianissime come sodaglia, gaggie, gerbido, proda, o in verbi pazzeschi come springare, stranfiare.
“Milton si sdrumò la faccia con le mani” questa è una forma gergale, forse addirittura dialettale, eppure è nitida come una fotografia.

Milton mio! che notte mi hai fatto passare!
Tu e la tua ossessione per una Flavia che è meno di un’ombra ma che per te è fluido vitale, ché sennò la forza di fare la guerra ti sarebbe passata.
Tu e la tua gelosia per quel Giorgio, che è anche amicizia, che è anche onore partigiano, che è affetto e incazzatura e ansia e ancora amicizia.
Per lui, per lei, per chi ti sei incrostato di fango e di freddo fino al midollo?
Forse per salvare te stesso, da una guerra che ti ha fatto crescere prima del tempo.

Somewhere Over the Rainbow ovviamente è la canzone da ascoltare con questo libro.
Manco a dirlo, Milton mio.

Grazie Fenoglio, grazie partigiani.

Beppe Fenoglio
Una questione privata 
Einaudi

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