
Il 6 aprile 1941 nasceva sulla carta Miss Fury. Tuta attillata completa di maschera dalle orecchie di gatto, l’ereditiera Marla Drake alias Miss Fury combatte il crimine un quarto di secolo prima che Catwoman arrivi sulla scena. (all’inizio della sua carriera, Selina “Catwoman” Kyle era una ladra di gioielli senza costume chiamata semplicemente “The Cat”; dovremo aspettare il 1987 per vederla nel costume ispirato a Miss Fury).
Ma torniamo a Miss Fury e soprattutto alla penna che l’ha disegnata, quella di Tarpé Mills.
Che era una donna. Che si chiamava June. Che ha disegnato la prima supereroina di sesso femminile. Ma che al New York Times disse che “Sarebbe stata una grande delusione per i bambini se avessero scoperto che l’autrice di personaggi così virili e fantastici era una ragazza”. E decise quindi di eliminare June e tenere solo il suo cognome preceduto da quel Tarpé, cognome da nubile della madre.
Bum! La ragazza ci aveva visto giusto: dopo aver lavorato come modella e illustratrice di moda la striscia di Miss Fury viene pubblicata nelle pagine dei fumetti della domenica per 351 settimane consecutive, dal 1942 al 1949. Le avventure della supereroina vengono raccolte in fumetti e pubblicate dalla Timely Comics (Oggi Marvel).

Miss Fury ovunque! Tale era l’entusiasmo e l’affezione verso questa affascinante eroina che durante la seconda guerra mondiale Miss Fury viene dipinta sul muso di tre aerei da guerra americani. Perri-Purr, il gatto di Tarpé Mills, diventa una delle mascotte delle truppe americane e le bimbette, a casa, giocano con le bambole di carta di Miss Fury e il suo fantastico guardaroba di alta moda.
La frusta passi, ma il bikini no. Sembrava troppo bello vero? Una superoina intelligente, ironica, che ribalta i cliché dell’epoca e sgomina i cattivi con tacchi a spillo e cervello. A volte però non basta cambiarsi il nome. Non nei “favolosi anni 50”, nella puritana America. Miss Fury dava fastidio: troppo bella, audace, sexy, coraggiosa, soprattutto troppo ironica (neutralizzare un nemico con uno sbuffo di cipria per poi legarlo come un salame non è da tutti!). Ma ufficialmente fu la moda a fregarla. La prima volta quando 37 giornali rifiutarono le strisce in cui il personaggio femminile di Era si presenta in bikini pailletatto. La seconda volta quando la Timely rifiuta di pubblicare un’immagine della malvagia Erica -l’acerrima nemica nazista di Miss Fury- immersa nella vasca da bagno.
La guerra è finita, tornate ai fornelli
Un sentito ringraziamento a tutte le donne che durante la guerra hanno svolto i lavori di coloro che erano occupati nei combattimenti ma ora la guerra è finita: gli uomini rientrino ai loro posti, voi potete ritornare ai fornelli. I disegnatori vengono “invitati” a non mostrare più nelle loro creazioni immagini di donne come indipendenti e intraprendenti, gli psicologi dichiarano evidente il legame fra delinquenza giovanile e l’ascesa di eroine dei fumetti. È il 1954 e la Comics Code Authority controlla la rappresentazione delle donne nei fumetti, in linea con le ideologie sempre più conservatrici.
Siamo in pieno maccartismo, i fumetti con personaggi femminili “forti” lasciano il posto a quelli con donne romantiche tutte cuori e svenimenti.
Ciao Miss, noi ti ameremo sempre
Miss Fury viene ritirata dalla circolazione nel dicembre 1951.
Ma noi, scrivendo di te, ti rendiamo invincibile.
Grazie di tutto, June.







