Il sistema del tatto

Alejandra Costamagna

Infine mi chiedo: come possono le distanze essere solo fisiche? Ania percorre 1500km per portare l’ultimo saluto a quello zio Augustin che tanto ha significato per lei quando era piccola. Il padre di Ania quella distanza non la percorrerà mai, né fisicamente né emotivamente. Un libro che mette il lettore parte di una storia famigliare come tante e che come tante storie famigliari è un intreccio di sentimenti, aspettative, desideri e tentativi di volersi bene. Di distanze, appunto. E di vicinanze. Come quelle delle lettere impresse sulla tastiera della macchina per scrivere su cui Agustin esegue per tutta la vita gli esercizi di dattilografia. Tap Tap Tap. Batti i tasti e fai attenzione a non sbagliare.  Ci sono lettere vicine, ma se sbagli a pigiare, la parola che componi cambia significato o, peggio, risulta errata.

Il sistema del tatto è una modalità per imparare a scrivere senza guardare la tastiera. Si chiama anche scrittura a tastiera cieca, che richiede di trovare i tasti giusti senza utilizzare la vista, ma solo con la memoria e il tatto.

La memoria di luoghi, parole e oggetti è presente in queste pagine come un velo che avvolge tutto. A volte luminescente e altre volte opaco. Protegge le persone, come la madre di Augustin, sradicata dal suo piemonte per essere mandata sposa in Argentina; oppure impedisce loro di liberarsi, come Augustin che sogna di lasciare i genitori e la sua terra per andare dall’altra parte delle montagne e che invece rimarrà a Campana per sempre. Ania, la piccola chilenita diventata donna, ci presta gli occhi di una traduttrice di immagini, di una viaggiatrice del tempo e di una  osservatrice alla ricerca delle proprie radici. Le voci e i tempi si susseguono, si rincorrono, si incastrano.  Le pagine raccolgono frammenti di esercizi di dattilografia, fotografie, estratti del Manuale dell’emigrante. Sradicamento e appartenenza convivono, si alternano. Nell’animo di alcuni personaggi resteranno per sempre sentimenti paralleli, destinati a non incontrarsi mai.

Alejandra Costamagna è tornata.
Alla grande, aggiungo.

“Non sa quale sia la parola giusta. Gli piace provare tutte le parole che possono avvicinarsi a quello che vorrebbe dire. Gli piace, ma lo irrita moltissimo non trovarle mai. Per questo batte a macchina senza criterio e senza posa: chissà che in quell’automatismo non compaia proprio quello che sta cercando, la parola capace di farlo tornare a casa o di portarlo via per sempre.”

Alejandra Costamagna
Il sistema del tatto
Traduzione: Maria Nicola
Edicola Ediciones, 2019

Alejandra Costamagna
El sistema del tacto
Anagrama

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