Lei, lui, l’altro. Storia vecchia, eppure, quando lei è una giovane modella, lui un aspirante scrittore costretto a riciclarsi come attore nei drammi radiofonici e l’altro è di volta in volta un uomo sempre diverso, la storia si fa già più intrigante. Un tocco di anni ’60, molte sigarette, Parigi e la sua campagna con ville e ristoranti appartati dove concludere affari davanti a un buon calice di vino.
Sembra di poter sentire perfino una musica in sottofondo, anche se non c’è. Un quadretto molto charmant che lascerebbe presagire una storia di amore e tradimento, se non fosse che la penna de “Les Veuvs” è quella del formidabile duo Boileau-Narcejac.
Una coppia diabolica
Come in ogni coppia collaudata, prima di incrociare le loro penne i due autori pubblicarono diversi libri in modo autonomo. Romanzi, pastiches e saggi sul poliziesco. Poi, nel 1948, l’incontro fatale, durante la cerimonia di premiazione di Thomas Narcejac per il suo quarto romanzo, “La mort est du voyage”, che vinse le “Prix du roman d’aventures”. Da allora il panorama del Polar vantò una coppia d’eccezione, contraddistinta da un equilibrio creativo vincente: Pierre-Louis Boileau si occupava della trama e Thomas Narcejac dell’aspetto psicologico dei personaggi. Et voilà, mesdames et messieurs, servita sul piatto d’argento una delle penne più nere di Francia.
Torniamo a I vedovi, reperibili ora in edizione Adelphi con una traduzione nuova di zecca. Guardo la copertina e mi chiedo sempre se nella scelta della foto, oltre all’estetica impeccabile vi sia un indizio.
Lo scatto del fotografo tedesco Erwin Blumenfeld, famoso per aver firmato molte copertine di Vogue, ritrae la stessa modella, Leslie Petersen ripetuta tre volte. Uno scatto sperimentale per un servizio di moda del 1947.
Penso che a Mathilde, unica presenza femminile del libro, sarebbe piaciuto arrivare a posare per grandi fotografi. Invece la vediamo sgusciare di casa in modo furtivo, inventando scuse e impegni inesistenti pur di non rinunciare al suo lavoro davanti all’obbiettivo. Del resto, col marito geloso che si ritrova non può far altro. Lui che vede il tradimento in ogni gesto, che scrive un buon romanzo ma teme la delusione del rifiuto editoriale, che si lamenta della monotonia del lavoro in radio ma ciondola fra una sigaretta e l’altra senza trovare alternative.
Si dice che la gelosia uccida, ma nelle sapienti mani di Boileau-Narcejac diventa qualcosa di più di un semplice movente. Poche pagine vertiginose per un libro che trascina il lettore in una spirale di paranoia prima, e in un gioco di specchi poi. Quando tutto sembra ricomporsi ecco che la realtà si veste da incubo, che l’incubo si trasforma in certezza e che la certezza si dissolve in incredulità.
Su tutto, in un finale a sorpresa, il presente sigilla in un luogo senza tempo ogni errore passato, non importa se commesso o pensato.
Qualche omaggio scovato fra le pagine
- Dottor Jekyll e Mister Hyde – racconto di Robert Louis Stevenson
- Taras Bulba – racconto di Gogol e trasposizione cinematografica di J. Lee Thompson
- Jean-Baptiste Camille Corot – pittore paesaggista
- Somerset Maugham – scrittore e commediografo inglese

I vedovi
Boileau-Narcejac
Traduzione di Giuseppe Girimonti Greco, Ezio Sinigaglia
Adelphi, 2025