Bella figura

Yasmina Reza
Lui, lei, l’altra.  Lei (la moglie) non si vede mai. Palcoscenico: perché questa è una pièce teatrale di un’autrice che ci ha abituato bene (suo quel capolavoro intitolato Carnage, suo  Felici i felici, suo Babilonia e molti altri).
Lui e l’altra sono in auto, nel parcheggio di un ristorante.
L’altra fuma, si annoia, polemizza.
Lui minimizza.
Doveva essere una cena romantica, doveva. Invece lo zampino di Yasmina Reza la trasforma in dramma, in farsa, in commedia. Tutto insieme, tutto fra un parcheggio e la sala di un ristorante.
Lui non dovrebbe agitarsi tanto. Sì, la sua amante è inquieta e si lamenta ma lui dovrebbe stare calmo, invece fa retromarcia per andarsene perché si è scocciato di sentire le accuse dell’altra.
Che, beninteso, per me ha ragione in quanto lui l’ha portata nel ristorante preferito della moglie!
Deve calmarsi si diceva, invece fa retromarcia in modo brusco e bum! Investe qualcuno.
Il qualcuno è la madre del marito dell’amica di sua moglie. Lo so, sembra il titolo di un film della Wertmüller…
Però in realtà la sitauazione è semplice: due coppie, una clandestina e una no, con annessa madre di lui.
Ecco qua, benedetta sistesi! La stessa che usa la Reza (la sintesi) per avvoltolare su se stessa questa serata surreale che parte e non parte, si interrompe e riprende.
I personaggi cercano di fare bella figura.  Invece nell’arco di quelle poche ore fanno tutti una figura barbina, perché sono dipinti con i colori della mediocrità di quella media borghesia che l’autrice sa tirar fuiri in modo eccellente, ogni volta. Ma tranquilli, da bravi mediocri non se ne accorgono. A differenza vostra che, da fuori, di li vedete in modo lucido, spietato e perfettamente ritagliati come figurine di carta. Bravissima, ancora una volta, la Reza.

Jasmina Reza
Bella figura
Traduzione di Donatella Punturo
Piccola Biblioteca Adelphi, 2019

Jasmina Reza
Bella figura
Flammarion 2015

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