Un commento scritto in velocità, così come velocemente ho letto il libro. 196 pagine che mi hanno presa, stritolata e risputata sulla riva a fare i conti con i miei ricordi. Al netto delle ultime righe che avrei voluto leggere diverse (ma io con i finali ci litigo spesso) questo è forse uno dei libri più belli che abbia letto ultimamente.
La trama: una figlia trentaseienne ritorna a Messina per aiutare la madre nei lavori di ristrutturazione della casa di famiglia. Il padre è uscito dalle loro vite molti anni prima. Non è morto, è semplicemente andato via da un giorno all’altro, senza lasciare tracce.
L’assenza potrebbe essere il tema. Se non fosse che la casa da ristrutturare ha il tetto sfondato. Il tetto. Quella cosa che ti protegge, che ti ripara, che simbolicamente “è” casa. Assenza di cosa, quindi?
Del padre, che appare come perno centrale su cui si avvita il dolore di Ida, la protagonista. Non solo, però, perché una volta pulita la patina di polvere che sembra opprimere tutto, in quella casa fra due mari, si scorge che le assenze sono molteplici. C’è un’amicizia adolescenziale creduta intatta e invece assente. C’è l’assenza di un linguaggio intimo, capace di parlare del passato. C’è una vita amorosa in cui l’assoluto bisogno di protezione è stata causa dell’assenza di figli.Per contrasto, la presenza degli oggetti che vengono conservati per ricordare è imponente. Gli oggetti che legano Ida a un’esistenza cristallizzata in quel giorno di ventitré anni prima, alle 6.16 del mattino, quando suo padre si vestì e uscì dalla sua vita per sempre. Quanto sia doloroso staccarsi dagli oggetti e dai significati di cui li investiamo lo sa bene chi almeno una volta si è trovato a fare la scelta: questo lo tengo, questo lo butto. E quanto sia facile, a volte, mantenere aperte anche le ferite più profonde lo sa bene Ida, che sembra trovare sollievo nella ripetizione ossessiva della sua stessa disperazione. Eppure la vita, alla fine è sempre sorprendente. E lo è anche per lei, che si ritrova sulla via del ritorno a poter finalmente dire addio ai suoi fantasmi. No, tranquilli, non è uno spoiler.
Finalista al Premio strega 2019
Nadia Terranova
Addio fantasmi
Einaudi Stile libero, 2018