Il fascino del gesto.
Le cose possono essere fatte in molti modi differenti. Temperare una matita, per esempio.
Quante volte avremo ripetuto questo rituale magico nella vita? Certo, ora sempre meno spesso. Gli smartphone, le tastiere e tutto il resto. Bla bla bla.
Perché quando sentiamo il rumore del legno che cede alla lama è un momento magico. E i riccioli colorati sono sempre una piccola festa. Il primo temperamatite meccanico venne progettato da un matematico parigino,
Monsierur Bernard Lassimone che, il Il 20 ottobre 1828, ottenne il brevetto numero 2444 per la sua invenzione. Come, come? Duecento anni a limare grafite col coltellino – pardon – temperino e ora arriva Monsieur e ci solleva da questa rottura? Beh in realtà no, nonostante Monsierur le mathematique pubblicizzasse il suo marchingegno su Le Constitutionnel come “il modo preferibile per affilare le matite” i parigini continuarono a scalfire a mano i loro strumenti di scrittura.
Bisogna attendere dieci anni e inchinarsi ai sudditi della Regina d’Inghilterra per leggere su un settimanale scientifico, il Mechanic’s Weekly, che Mr Cooper e Mr Eckstein vantano l’invenzione dello “Styloxynon”, un marchingegno di lame ideale per temperare le matite.
Il furbo Mr Robertson, editore della rivista, si spacciò prontamente per scrittore (ora come allora onore ai ghostwriters!) e fece una supermarchetta all’oggetto in questione dichiarando “Per grande comodità personale, ho sperimentato me stesso nell’uso dell’ingegnoso piccolo strumento … mi sento sicuro di essere rendere un servizio importante a tutti i tuoi numerosi lettori come i disegnatori, presentandolo alla loro comunicazione attraverso le tue pagine.“
Bravo Ms Robertson. Bravo ma non bravissimo perché purtroppo – nonostante gli sforzi – in calce alla pubblicità si leggeva che “Quando viene usata una nuova matita, dovrebbe essere approssimativamente lavorata con un coltello prima di impiegare lo Styloxynon”.
E allora direte voi? Quand’è che l’uomo ha compiuto il grande passo verso la matita appunta?
Calma. Intanto facciamo dietrofront e ritorniamo in Francia.
Siamo nel 1847 e Monsierur Therry des Estwaux, ha -finalmente – l’idea di un dispositivo a forma conica.
Ci siamo. Evviva! Champagne per tutti!
Da quel momento i temperamatite a forma conica spuntano come funghi in tutta Europa e poi nel mondo.
Nell’inverno del 1853 l’amministrazione municipale di New York acquista i temperamatite per i loro uffici per un dollaro e cinquanta (circa $ 42 oggi).
Il mondo chiede sempre più temperini, questo sì che è un vero affare!
Lo pensa anche W. K. Foster che nel 1855 deposita il brevetto US 12722 per ” Miglioramento degli stampi per la fusione di temperamatite“ nel quale descrive come creare correttamente gli stampi per produrre in serie il dispositivo.
Due anni dopo, Foster produce 7.200 temperamatite al giorno. Un successo mondiale durato trent’anni. Poi un nuovo amore. Si sa le matite sono oggetti esigenti, sicché nel 1896 ecco che Mr A.B. Dick regala al mondo il temperamatite planetario, nel quale grazie a una manovella la matita viene finalmente temperata in modo perfetto senza fatica.
Bello. Sì, oggetto bello ma pesante. E ingombrante.
Infine arriva John
Siamo quasi alla fine di questa storia che assomiglia a una favola. Quasi, perché il nome dell’ultimo uomo di questa avventura di lame e grafite sembra inventato e invece no! Love. John Lee Love, questo il suo nome. Professione falegname. Giuro!
Fu così, per bisogno di un oggetto semplice (ah! I Love Design!), funzionale a basso costo che il Mr Love intitolò il brevetto statunitense n. 594114 semplicemente “temperamatite”, descrivendo in esso un temperamatite semplice, leggero e con manovella che cattura i trucioli. E dato che Mr. Love era uno pratico aggiunse nella descrizione che l’oggetto poteva anche fungere da “fermacarte, ornamento da scrivania e per altri e simili scopi”. Questo temperamatite fu chiamato “Love Sharpener”.
Fascino italiano
Nella foto: temperamatite Presbitero, azienda milanese nata nata nel 1916 per la produzione di matite e diventata in seguito molto famosa per i pennini in acciaio. Ma questa è un’altra storia.