Sganciati da questo amore folle piccolo Romouchka. Scappa. Non fare promesse. Non legarti a doppio filo a questa madre che ti fa alzare gli occhi al cielo e che piange tenendo il tuo viso fra le mani. Non prestarti al ridicolo, quando tua madre racconta di te al mondo come futuro eroe, ambasciatore, scrittore.

Storia d’amore. Di ricordi, di azzurro e di resistenza. Il secondo conflitto mondiale raccontato dal basso con gli occhi di Ludo che ci offre la sua prodigiosa memoria come strumento per osservare la guerra rimanendo nascosti fra le pieghe di un minuscolo paesino normanno.
Inizia tutto in sordina, sempre. In questo caso con l’amore improvviso e totale di Ludo per Lila, l’aristocratica ragazzina polacca che gli rapisce il cuore. L’immagine di Lila si tatuerà nel cuore di Ludo e ci rimarrà tutta la vita, guerra e tedeschi compresi. Guerra e tradimenti compresi. Guerra e cambiamenti compresi. Un amore cieco, dunque? Forse. O forse, come dice il professor Pinder, un amore inventato, giorno dopo giorno.

Arriva il giorno che inizi a leggere Simenon.
Con tutte le nuove uscite che hai in lista, tiri fuori dei vecchi libri di famiglia e inizi a girarteli fra le mani.
300 lire per un giallo con i fiocchi.
Non male.
Però voglio iniziare dai “non Maigret”.
Non perché il commissario mi abbia fatto qualcosa, piuttosto perché, da lettrice in erba, Maigret per me è ancora troppo legato all’immagine di Gino Cervi.
Allora lo voglio prima conoscere un po’ questo George e poi arriverà anche il turno del commissario.
Nell’ordine ho letto la Camera azzurra, Lettera al mio giudice e da ultimo Il piccolo libraio di Archangelsk.
Quest’ultimo detiene finora il podio.

La goccia d’oro, di Michael Tournier, La diva Julia di Somerset Maugham e L’uomo che guardava passare i treni di George Simenon.
Ci sono tanti modi di essere lettori. Uno di questi, che sento appartenermi in modo particolare, è quello che mi fa cercare collegamenti fra le cose.
Per questi tre libri il mio fil rouge è stato il concetto di Immagine. Immagine reale, immagine percepita. Specchio, immagine falsa, falsata, inventata. Realtà, immagine deformata. Verità.
Ci sono tanti modi di essere lettori. Uno di questi, che sento appartenermi in modo particolare, è quello che mi fa cercare collegamenti fra le cose.
Per questi tre libri il mio fil rouge è stato il concetto di Immagine. Immagine reale, immagine percepita. Specchio, immagine falsa, falsata, inventata. Realtà, immagine deformata. Verità.

Prendete un calendario, andate indietro fino agli anni del dopoguerra e proiettatevi a Parigi, nel XX arrondissement. Arriverete a Belville, il quartiere che vide nascere Edith Piaf e che in tempi più recenti ha fatto da cornice ai romanzi di Pennac. In questo quartiere dal respiro multientico, precisamente al sesto piano di un vecchio palazzo senza ascensore, vive Momo: uno dei tanti figli di puttane allevati da Madame Rosa.